mercoledì 10 ottobre 2012

Love in the Garden (Zbigniew Seifert)

 Qui si cade faccia avanti in pieno universo sonoro anni Settanta, anche un po’ fusion: tu che mi conosci sai che per somministrarti una cosa simile devo avere un motivo serissimo.

 Questo motivo è la presenza del magnfico polacco Zbigniew Seifert, quella specie di Coltrane del violino (secondo il suo proprio auspicio), uno dei più bei doni, per quanto brevissimo, dell’Europa al jazz.

 Love in the Garden (Seifert), da «Man of the Light», MPS 68.163. Zbigniew Seifert, violino; Jasper van’t Hof, piano elettrico & organo. Registrato dal 27 al 30 settembre 1976.



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2 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Condivido totalmente la tua più volte dichiarata ammrazione per Seifert. Mi è capitato di ascoltare qualche mese fa il suo "Solo Violin" registrato nel 1976: bellissimo. Segnalo un brano di Didier Lockwood a lui dedicato, "Zbiggy". Io putroppo non ce l'ho, ma ho potuto ascoltarlo sul sito Grooveshark. (In ogni caso, Lockwood nei momenti più lirici tende ad essere sdolcinato; Seifert è sempre di una potenza drammatica, e al contrario dell'altro non sfoggia mai il suo virtuosismo).

Marco Bertoli ha detto...

Seifert si trovò spesso a suonare in contesti che oggi suonano piuttosto datati, per esempio con gli Oregon o in certi dischi di Jasper van't Hof, il peraltro eccellente pianista olandese che lo accompagna in questo pezzo, ma la sua intensità e, vorrei dire, autenticità jazzistica era tale da rilucere sempre. Fra i pochi violinisti jazz moderni degni di nota, secondo me Seifert non ha confronti, e lo dico considerando anche americani come Leroy Jenkins e il troppo lodato Billy Bang.