Mose Allison, a me molto caro come pianista, cantante, compositore e lyricist, ambiti tutti che frequentò con uguale talento e suonava bene anche la tromba, ci ha lasciati giusto quattro mesi fa, poco men che novantenne.
Chi sa perché, parlando dei grandi cantatutori, singer-songwriter, americani si fanno sempre i soliti tre o quattro nomi, raramente il suo o quello di Dave Frishberg. Boh. Se fossi un rompiballe complottista sospetterei un pregiudizio avverso al jazz o forse all’umorismo (a proposito, does humor belong in jazz?).
Qui, nel 1976, Mose era con accompagnatori e ospiti di prima classe.
What Do You Do After You Ruin Your Life (Allison), da «Your Mind Is On Vacation», Atlantic 8122765972. Mose Allison; Jake Hannah, contrabbasso; Jerry Granelli, batteria. Registrato nel 1976.
Your Molecular Structure (Allison), id. più Al Porcino, tromba; David Sanborn, sax alto; Joe Farrell, sax tenore.
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2 commenti:
Temo che il jazz sia troppo serioso per apprezzare l'humor di Mose.
A parte gli standards che devono essoere storpiati al massimo da finte Sarah o Betty, i testi originali devono descrivere la triste posizione sociale dell'afroamericano, anche se si chiama Winton Marsalis. Anche i testi di jon Hendricks erano troppo spiritosi (e difficili da pronunciare) per aver successo.
E anche il blues fa fatica ad accettare un bluesman bianco, che non è calante e suona bene un piano, per di più ben accordato, e non si lamenta delle inondazioni a New Orleans.
Magari, più che il jazz, certi suoi cultori che se ne fanno tutori (v. molti appassionati in ispecie europei della BAM) e che pensano di sapere meglio dei jazzmen come il jazz dovrebbe essere e di che cosa dovrebbe parlare.
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