È senz’altro un limite dei miei ascolti, ma non conosco altri assoli di ottavino nel jazz. Qui ce n’è uno di Jerome Richardson in una composizione-arrangiamento di Gary McFarland che comincia da bossa jazzata come in quegli anni se ne saranno fatte mille ma poi, come in certi pezzi sudamericani di Kenton, si sbilancia, si sfrangia e si spappola in un delirio coloristico di percussioni, impasti e timbri improbabili (l’oboe*, l’ottavino appuno), modulazioni strane, frasi metricamente dislocate e soprattutto frequenze acute, acutissime.
McFarland era un originale che non si dava pensiero di esserlo, e ne riparleremo. Meglio ancora, lo risentiremo.
* Suonato da Richie Kamuca!
Milo’s Other Samba (McFarland), da «Profiles», Impulse! A-9112. Bernie Glow, Clark Terry, Joe Newman, Bill Berry, John Frosk, tromba; Bob Brookmeyer, Jimmy Cleveland, trombone; Bob Northern, corno; Jay McAllister, tuba: Phil Woods, Jerry Dodgion, sax alto, flauto; Zoot Sims, sax tenore; Richie Kamuca, sax tenore, oboe; Jerome Richardson, ottavino; Gabor Szabo, Sam Brown, chitarra; Richard Davis, contrabbasso; Joe Cocuzzo, batteria; Tommy Lopez, percussioni; Gary McFarland, vibrafono, direzione. Registrato il 6 febbraio 1966.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Trovo una certa incompatibilità sonora tra big band e bossa nova, nonostante l'abilità di Gary come arrangiatore (mi riferisco anche al lavoro con Getz). L'effetto finale è simile a un samba omogeneizzato, senza la genuina bellezza un po' tamarra del samba.
riascoltando ho come l'impressione di una voglia di samba vera, un po' frenata forse dalla paura di andare oltre.
Sì, il ritmo brasiliano qui è un po' una scusa per dare di matto con la big band
Comunque il titolo del pezzo parla di samba, ho sbagliato io a dire bossa nel testo del post.
Posta un commento