In Yesterday’s Tomorrow Hill ha creato un piccolo concerto jazz per pianoforte e orchestra, con una dialettica fra solista e gruppo che a momenti si contrappongono senza urti e a momenti si mescidano. Notevoli all’inizio, molto hilliane, le due linee di basso simultanee di tuba e contrabbasso.
Yesterday’s Tomorrow? Ma è oggi! Andrew Hill ci invita a restare nel momento presente. La sua musica, come sempre serenamente incerta e fuggevole, ci mostra anche come.
Guarda il caso, ho appena letto in un racconto di Murakami Haruki questa versione di una congetturale traduzione giapponese («sconclusionata») delle prime parole di Yesterday di Paul McCartney:
Ieri è l’altroieri di domani(da Uomini senza donne, Einaudi 2016, p. 39. Trad. it. di Antonietta Pastore).
il domani dell’altrioeri
Yesterday’s Tomorrow (Hill), da «Passing Ships», Blue Note CD 7243 5 90417 2 8. Dizzy Reece, Woody Shaw, tromba; Robert Northern, corno; Julian Priester, trombone; Howard Johnson, tuba, clarinetto basso; Joe Farrell, corno inglese, sax tenore; Andrew Hill, piano; Richard Davis, contrabbasso; Lenny White, batteria. Registrato il 7 novembre 1969.
3 commenti:
Murakami sarebbe orgoglioso di questa menzione speciale su un autore complesso da contorni indefiniti come Hill. Stasera gli mando il link del blog :-)
(I.M.)
I.M., la sola commentatrice che ne vale 2…
😎
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