Booker Ervin aveva un modo suo, in apparenza sgarbato, di maneggiare le ballad; non si trattava tuttavia dell’approccio sarcastico e perfino malevolo di Sonny Rollins, quanto di una specie di affetto rustico e scontroso.
Un’altra che con le ballad aveva una maniera tutta sua era Betty Carter, che ti propongo nella sua personalissima versione della medesima canzone di Rudy Vallee. Ad accomunarla a quella di Ervin c’è la presenza di un pianista che apprezzo molto e che ti ho già presentato, John Hicks.
Deep Night (Vallee-Henderson), da «Structurally Sound», Blue Note 7243 5 27545 2 6. Booker Ervin, sax tenore; John Hicks, piano; Red Mitchell, contrabbasso; Lenny McBrowne, batteria. Registrato nel dicembre 1966.
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Deep Night, da «The Audience with Betty Carter», Polygram 835 684-2. Betty Carter con John Hicks, piano; Curtis Lundy, contrabbasso; Kenny Washington, batteria. Registrato nel dicembre 1979.
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4 commenti:
"Structurally sound" è il mio disco preferito di uno dei miei musicisti preferiti. Quello che hai scritto relativamennte al trattamento che riservava agki standard è perfetto. A proposito: in questo album c'è una versione di "White Christmas" da urlo, con Booker che lavora sulla melodia con logica virile. E con un'esposizione del tema dilatata, articolata, esasperata che mi lascia basito tutte le volte che l'ascolto.
Quanto era bravo, quanto è ancora poco riconosciuto il suo valore...
M.G.
Volevo scrivere ballad, ma mi è partito lo standard: ci siamo capiti lo stesso...
M.G.
Sì, volevo pubblicare quel White Christmas a Natale ma il Lancianese aveva già provveduto alla musica festiva con Umberto Cesàri… fa niente, lo metto su come bonus per domani.
Evvai col bonus...
M.G.
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