Reload dal 22 febbraio 2014.Un capolavoro del jazz orchestrale, nonché il seme (già più del seme) di quanto Count Basie avrebbe fatto di lì a poco, non a caso ereditando praticamente l’orchestra di Bennie Moten. Qui il Conte siede al piano e provvede l’introduzione e un assolo in uno stile già molto caratteristico, se pure meno conciso di quello poi assestato.
Al sax tenore trovi un giovane Ben Webster e, fra i solisti, Hot Lips Page; il «quattro» di questa davvero formidabile esecuzione, che con invenzione brillante enuncia il tema solo alla fine, è già quello delle orchestre di Basie, scandito da Walter Page.
Moten Swing (Moten-Moten), da «The Chronological Bennie Moten’s Orchestra 1930-1932», Classics 591. Oran «Hot Lips» Page, Joe Keyes, Dee Stewart, tromba: Dan Minor, Eddie Durham, trombone; Eddie Barefield, sax alto; Ben Webster, sax tenore; Jack Washington, sax baritono; Count Basie, piano; Leroy Berry, chitarra; Walter Page, contrabbasso; Willie McWashington, batteria. Registrato il 13 dicembre 1932.
2 commenti:
Tarde non furon mai grazie divine. Stamattina mi ero alzato di malumore, poi ho ascoltato Bennie Moten e la luna storta si è tramutata in pura gioia.
Lo scopo di questo blog, che pure ultimamente va un po' avanti riscaldando cose vecchie… !
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