«Ornette On Tenor», del 1961, registra l’unica testimonianza di Ornette Coleman sul sax tenore, che fu a lungo il suo strumento, quando si esibiva come honker di rhythm’n’blues in orchestre di seconda e terza schiera nel Texas e immediate vicinanze. Se è vero che sul tenore Ornette non fa nulla di diverso che sull’alto, è anche vero che le diverse risorse sonore e retoriche dello strumento più grave stimolano la sua memoria fisica degli anni passati suonando altre musiche.
Questo disco testimonia anche del breve transito nei gruppi di Ornette di Jimmy Garrison, per inciso l’unico bassista non bianco che Ornette abbia mai impiegato. Garrison lasciò Ornette per Coltrane, non senza prima aver manifestato il suo disagio per la musica che gli toccava suonare, come ha raccontato Ornette parlando con A. B. Spellman, in un pittoresco meltdown pubblico, una sera. In questi pezzi Garrison è più interattivo di Charlie Haden e di Scott LaFaro, ma commette l’errore di rimanere troppo accosto a Ornette e a Cherry, cercando di seguirli e anche di prevenirli nei loro spostamenti armonici, cioè non praticando quel genere di «indipendenza empatica» che Ornette chiedeva ai suoi collaboratori.
Ed Blackwell, come sempre, è la perfezione.
Mapa (Coleman), da «Ornette On Tenor», Atlantic 8122-79640-5. Ornette Coleman, sax tenore; Don Cherry, cornetta; Jimmy Garrison, contrabbasso; Ed Blackwell, batteria. Registrato nel marzo 1961.
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1 commento:
Mi sembra più interessante Don Cherry qui.
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