Di Kamasi Washington nell’ultimo anno si è parlato e scritto non poco, e insieme con lui del «movimento» BAM and so on and so forth. Buon ultimo, ho sentito appena qualche mese fa il disco più famoso di Washington (tre dischi, per la verità), «The Epic», e lì per lì ho pensato che ne avrei scritto qualcosa per i lettori del mio blogghino.
Ho lasciato passare il tempo e qualche giorno fa mi sono seduto con un quaderno e la mia stilografica caricata a inchiostro verde, armamentario che mi diletto a usare per qualsiasi scritto superi le dieci righe. Ho constatato allora che sul disco di Kamasi Washington non ho niente da dire; niente, intendo, che valga a me la pena di scrivere e poi a te di leggere. E chi se ne frega, è vero… Magari in futuro, anche se chissà quando mi verrà voglia di riascoltarlo: fra l’altro, sono tre ore di musica quasi uniformemente fragorosa o almeno così la ricordo.
Ti presento qui l’arrangiamento che Washington ha dato del Clair de lune dalla Suite Bergamasque di Debussy. Posto quasi in chiusura dell’ultimo disco, è spiritoso, benché tirato alquanto per le lunghe.
Clair de lune (Debussy-Washington), da «The Epic», Brainfeeder. Igmar Thomas, tromba; Ryan Porter, trombone; Kamasi Washington, sax tenore; Brandon Coleman, organo; Cameron Graves, piano; Miles Mosley, contrabbasso; Thundercat, basso elettrico; Ronald Bruner Jr, Tony Austin, batteria; Leon Mobley, percussioni. Archi e coro. Registrato nel 2014.
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4 commenti:
Kamasi è un'insalatona piena di sapori che spesso si annullano a vicenda (anche a Vicenza). Un kolossal musicale con i pregi e i difetti dei kolossal cinematografici. Anche il disco deve essere triplo, per cui non sono mai arrivato fino al chiaro di luna. Comunque se sono al chiaro di luna preferisco altra musica. Lui è bravo, spregiudicato a mancante di senso del limite: avrà un grande successo e, speriamo, pochi epigoni.
«La voce della sua generazione», anche lui?
Hey Marco, bentornato!!!
Sono vivo e vegetale
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