Calava la tela su Coleman Hawkins nel 1966, anno di questa seduta di registrazione, la sua ultima, prodotta da Norman Granz.
Chi ne ha la triste inclinazione potrà trovare qui i segni di una decadenza che gli standard di oggi direbbero precoce – Hawkins nel 1966 aveva appena sessantadue anni e sarebbe morto tre anni dopo. Io vi sento, a dispetto di tutto, una maestà di suono e un magistero di fraseggio e di condotta musicale che non hanno avuto pari o ne hanno avuti pochissimi, insomma un’autentica sapienza che trascende il controllo tecnico, che comunque qui è largamente intatto: fa’ attenzione alla cadenza finale di Time On My Hands, a ciò che Hawk vi dice, a come lo dice e ancora meglio a ciò che sceglie di lasciare non detto, e capirai quello che intendo. A quel punto della sua vita e della sua vicenda musicale, Coleman Hawkins semplicemente non poteva suonare una nota sbagliata nell’idioma che aveva in così gran parte contribuito a creare. Piuttosto, come fece, non avrebbe suonato affatto e sarebbe morto poco dopo.
Nota poi come fino all’ultimo Hawkins, anche dopo aver perso la voglia di vivere, avesse avuto la cura di radunarsi intorno un trio di musicisti eccellenti e appropriati.
Dedico questo trittico hawkinsiano al veterano dei lettori e contributori di Jazz nel Pomeriggio, il carissimo Paolo il Lancianese, l’uomo che ogni mattina, no matter what, legge per primo le mie parole.
(E anche quest’anno si è fatto settembre).
Sweet And Lovely (Arnheim-Tobias-Lemare), da «Sirius», OJC [Pablo] 00025218868129. Coleman Hawkins, sax tenore; Barry Harris, piano; Bob Cranshaw, contrabbasso; Eddie Locke, batteria. Registrato il 20 dicembre 1966.
Sugar (That Sugar Baby o’Mine) (Pinkard-Mitchell-Alexander), id.
Time On My Hands (Youmans-Adamson-Gordon), id.
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4 commenti:
Grazie infinite, Marco!
Cambia il tempo e l'età si prolunga: allora the Hawk era considerano un rudere a 62 anni, oggi Rava ne ha 76 e viene considerato ancora al pieno delle sue capacità... E' vero che non si invecchia tutti allo stesso modo, ma forse è anche cambiato il modo di vedere la vecchiaia. Rollins ha fatto concerti fino a d un paio di anni fa e adesso ne ha 84, e Lee Konitz a 87 anni suona ancora!
Del resto, nel cannibalismo evoluzionista del jazz, dove ogni giorno si voleva una novita e un nuovo stile, i "vecchi" erano carne da macello per i giovani leoni. le "opere della maturità" era un concetto assolutamente ignorato, salvo che per il Duca...
Vero. Il jazz è stata una musica di giovani fino a qualche anno fa… poi, forse in coincidenza con la sua entrata ufficiale nei programmi dei Conservatorî, è diventata una musica per persone dalla mezza età in poi!
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