Giornata del disimpegno musicale. Entro certi limiti – Lalo Schifrin è un musicista squisito, sia come compositore sia come pianista; come pianista e come compositore, ha contribuito a diverse belle e bellissime cose di Dizzy Gillespie.
Di questo disco del 1966 innanzitutto apprezzo smodatamente il titolo, che fa il verso al celeberrimo dramma di Peter Weiss di due anni prima (e al derivato film di Peter Brook di quello stesso 1966) senza che la musica c’entri uno iota; e poi apprezzo la musica, che è lieve e colorita: musica leggera con un colorito jazzistico, di fatto, e con quel piccolo tocco di kitsch che la rende piccante, elegante con divertita e musicalissima nonchalance. Orchestra piena di grandi jazzisti.
The Wig (Schifrin), da «The Dissection and Reconstruction of Music from the Past as Performed by the Inmates of Lalo Schifrin's Demented Ensemble as a Tribute to the Memory of the Marquis De Sade», Verve. Jimmy Maxwell, Ernie Royal, Clark Terry, Snooky Young, tromba; Urbie Green, J.J. Johnson, Kai Winding, trombone; Tommy Mitchell, trombone basso; Ray Alonge, Richard Berg, James Buffington, corno; Don Butterfield , tuba; Jerome Richardson, Romeo Penque, flauti alto e basso, sax tenore; Lalo Schifrin, piano e clavicembalo; Gene Bertoncini, chitarra; Gloria Agostini, arpa; Harry Lookofsky, Gene Orloff, Christopher Williams, violino; Alfred Brown, viola, violino; George Ricci, violoncello; Richard Davis, contrabbasso; Grady Tate, batteria. Registrato il 27 & 28 aprile 1966.
The Wig (Schifrin), id.
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Marquis de Sade (Schifrin), id.
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The Blues for Johann Sebastian (Schifrin), id.
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Old Laces (Schifrin), id.
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Bossa Antique (Schifrin), id.
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1 commento:
Aggiuncici l'ulteriore tocco offerto dalla copertina...
Il Marchese De Sade è poi tornato nel 2001 in un disco meno divertente, certo, ma ugualmente bello (non disimpegnato, in ogni caso).
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