Bernardo Sassetti, pianista e compositore portoghese, avrebbe quarantatré anni se poco meno di un anno fa non fosse morto precipitando da una scogliera mentre scattava fotografie. Era un musicista molto dotato, toccato dalla malinconia acidula delle musiche del suo paese, oltre che da influssi classici, sopra tutti Chopin – Sonho Dos Outros gli rende un omaggio aperto – e il catalano Mompou. I critici (i pochi che fuori dal Portogallo mai ne scrissero) lo accostavano per vicinanza d’età a Brad Mehldau e a Esbjörn Svensson, morto giovane anche lui; io lo preferivo a entrambi.
In Reflexos il trio si muove per la parte centrale in libertà armonica e ritmica, fra una intro e una coda dal carattere di notturno inquieto e motorio. A Time For Love è una delle non frequenti interpretazioni della canzone di Johnny Mandel che fu incisa anche da Bill Evans, un pianista di cui Sassetti risente meno di quanto ci si potrebbe aspettare, ed è forse la più bella.
Le esecuzioni di questo disco, molto accortamente arrangiate per il trio e tutte limitate in una gamma dinamica che non eccede mai il mezzoforte, sono state registrate in casa e sullo strumento della famosa pianista classica portoghese Maria Joâo Pires; tutte hanno un’atmosfera molto particolare, come di sogno vigile.
Sonho Dos Outros (Sassetti), da «Nocturno», Clean Feed CF008. Bernardo Sassetti, piano; Carlos Barretto, contrabbasso; Alexandre Frazâo, batteria. Registrato nel luglio 2002.
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Reflexos (Sassetti), id.
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A Time For Love (Mandel-Webster), id.
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2 commenti:
ci credi che ho ascoltato tutto l'ultimo brano?
è adatto alle sei del mattino. quando ancora non sai se fuori sia primavera.
Oh che piacere! Pensavo a te proprio adesso. Qui è proprio primavera; uno di questi giorni ti chiamo, va bene?
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