Reload dal 25 novembre 2014.
Questa composizione incantevole, in un’esecuzione che riserva a ogni snodo una sorpresa, si trova qui oggi solo per suggestione del Calcutta Blues sentito ieri da Brubeck.
Il pezzo è un assolo accompagnato di Horace Silver in cui i fiati svolgono un obbligato all’inizio e alla fine. A una sezione in ostinato ritmico, cupa e nel modo dorico, succede senza transizione una sezione swingante, in modo maggiore: l’effetto è ogni volta irresistibile, un tocco della magia di Silver, una di quelle poche cose che riescono a migliorare una giornata triste con la facilità apparente e inspiegabile di un fenomeno atmosferico o di un miracolo.
Calcutta Cutie (Silver), da «Song For My Father», Blue Note 0777 7 84185 2 8. Carmell Jones, tromba; Joe Henderson, sax tenore; Horace Silver, piano; Teddy Smith, contrabbasso; Roger Humphries, batteria. Registrato il 31 ottobre 1963.
4 commenti:
Pezzo splendido (è la terza volta questa mattina che torno a riascoltarlo!) di un disco anche per altri aspetti memorabile...
È vero; forse non è il disco più bello di Silver (io credo di prediligere «Horace-scope») ma è forse un disco perfetto.
Il mio preferito è "Blowin' The Blues away", se proprio devo dirne uno. Cioè detto, Horace è er mejo (o almeno suo cugino).
Voglio ricordare il bellissimo saggio di Bertoli su Horace Silver scritto una decina di anni fa per Musica Jazz, 12 pagine ben fatte sul pianista che vi invito a chiedere all'autore.
Il pezzo pubblicato è una meraviglia che non lascia spazio alla parola. Grazie.
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