Sergio Pasquandrea s’imbatte in due musicisti che non conosce. Non tarda ad accorgersi che sono due padreterni e subito ne fa parte ai suoi amici di Jnp: che li conoscono già, ma sono lo stesso contenti e grati.
Il mestiere del recensore è un po’ così. Trovi dischi belli, dischi brutti, dischi noiosi, dischi interessanti, dischi che ti pare di aver già ascoltato e dischi che ti sorprendono.
Poi capita anche di mettere nel lettore il cd di due nomi che non hai mai sentito (anzi, no: di Eddie Daniels conoscevo il nome, ma non l’avevo mai ascoltato; Roger Kellaway, invece, mi era del tutto ignoto; comunque, sia benedetta Wikipedia) e di imbatterti in questa meraviglia di omaggio ellingtoniano. Dove si fa esattamente come ai vecchi tempi: si suonano i temi e poi ci si improvvisa sopra. What you hear is what you get.
Il disco è talmente bello – e dico proprio bello, nel senso platonico della parola – che ogni traccia è un gioiellino e c’è solo l'imbarazzo della scelta. Quindi vi propongo I’m Beginning To See The Light e Creole Love Call, per il semplice motivo che sono il primo e il secondo brano del disco. Il resto lo lascio alla vostra iniziativa.
(A proposito: in quattro tracce, interviene anche James Holland, violoncellista classico, che non improvvisa, ma funziona sorprendentemente bene. Tanto per gradire).
I’m Beginning To See The Light (Ellington-George-Hodges-James), da «Duke At The Roadhouse», Ipo IPOC1024. Roger Kellaway, piano; Eddie Daniels, clarinetto. Registrato nell'ottobre 2012.
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Creole Love Call (Ellington), id.
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2 commenti:
You live and learn, Marco.
Pensa ed opra, varda e scolta,
tant se viv e tant se impara;
mi, quand nassi on’altra volta,
nassi on gatt de portinara!
(Delio Tessa)
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