In queste ultime settimane ci sono andato giù pesante con l’Hammond B3, uno strumento che ho cominciato ad apprezzare solo da poco, proponendotelo su Jazz nel pomeriggio e prendendo nota della tua risposta positiva. Gli è che non lo avevo mai considerato nel suo contesto più appropriato, vorrei dire «etnico».
Jack McDuff era come tutti arrivato all’organo dal piano, e lì a sua volta dal contrabbasso, abbandonato dopo un veloce passaggio nei Jazz Messengers di Art Blakey, dove l’inclinazione del batterista per i tempi veloci l’aveva logorato. McDuff non è uno stilista del calibro di Trudy Pitts, Lonnie Smith o anche Charles Earland (tutti sentiti qui sopra, v. la «nube» a sinistra), ma si esprime con perfetta naturalezza e con uno swing intenso e lieve soprattutto nel blues; ha poi il merito di aver impiegato per primo George Benson.
Will You Still Be Mine? (Dennis-Adair), da «George Benson & Jack McDuff», Prestige 0888072240728. Jack McDuff, organo; George Benson, chitarra; Ronnie Boykins, contrabbasso: Montego Joe, batteria. Registrato il primo maggio 1964.
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Briar Patch (McDuff), ib. ma senza Boykins e Montego Joe e con Red Holloway, sax tenore; Joe Dukes, batteria. Registrato il 19 ottobre 1965.
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