Tyrone Washington è un saxofonista di splendide doti che ha inciso a suo nome solo due LP e che compare in pochissimi altri dischi: qui l’hai già sentito con Stanley Cowell, è anche su «The Jody Grind» di Horace Silver.
Pare, così ho letto da qualche parte, che Washington abbia rinunciato alla musica per motivi religiosi. Io mi domando quale divinità possa essere così tetra e negativa da non andare orgogliosa di un simile musicista.
Positive Path (Washington), da «Natural Essence», Blue Note BST 84274. Woody Shaw, tromba; James Spaulding, sax alto; Tyrone Washington, sax tenore; Kenny Barron, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Joe Chambers, batteria. Registrato il 29 dicembre 1967.
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Song of Peace (Washington), ib.
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8 commenti:
Flautista, organista, batterista, percussionista, oltre che sassofonista, ha per la verità tre dischi a proprio nome: dopo questo, "Roots" e "Do Right", fra il 1973 e il 1974. L'ultimo, dove anche canta e che a mio avviso è il meno interessante dei tre (e forse le due cose stanno insieme), si conclude tuttavia con un pezzo impressionante, "Universal Spiritual Revolt", nel quale si possono riconoscere i motivi che lo portarono a rinunciare alla musica. Nella strada, tracciata da Coltrane, lungo la quale si era incamminato Pharoah Sanders, ci si era messo anche lui. Non volle percorrerla fino in fondo. O non seppe.
Sembra che Washington si faccia oggi chiamare Bialar Mohammed e viva a Newark, senza più fare il musicista.
A Newark! Davvero una vita votata al sacrificio.
Eh già, ma credo che ci sia nato, proprio come il suo compare Woody Shaw (e Wayne Shorter, e Sarah Vaughan, eccetera eccetera).
LC
Anzi, Shaw ci è arrivato da piccolissimo, comunque sempre la sua hometown era.
Anche Philip Roth…
...e Larry Young, Marc Ribot, James Moody (che, come Shaw, ci è arrivato da bambino)...
Morale, mi sa che mi trasferisco a Newark
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