giovedì 30 settembre 2010

Aurora Borealis (Ron Collier - Duke Ellington)

  Duke Ellington solista di pianoforte in composizioni non sue, con un’orchestra arrangiata e diretta da qualcun altro: una bella idea che nel 1967 venne al compositore canadese Ron Collier e che evidentemente dovette piacere a Duke, visto che i due collaborarono con una certa frequenza negli anni successivi, registrando nel 1972 anche questo disco.

  Aurora Borealis mostra un’influenza ellingtoniana, e del resto Ellington se ne appropria come mette mano sulla tastiera.

Aurora Borealis (Ron Collier), da «Collages», MPS. Duke Ellington, piano, con orchestra diretta da Ron Collier. Registrato nel 1972.


mercoledì 29 settembre 2010

Tricotism (Lucky Thompson)

  Un titolo bizzarro per un disco noto più di nome che di fatto. Lucky Thompson, saxofonista tenore (ma anche uno dei primi moderni ad aver ricuperato il soprano), compare in alcune sedute famose del jazz degli anni Cinquanta, per esempio con Miles Davis, ma ha inciso ben poco a suo nome e le vicende della sua vita sono un po' misteriose. Era uno strumentista personalissimo, come Don Byas radicato nella tradizione del sax tenore, pur agendo in contesti aggiornati.

  PS Questo bel pezzo è dedicato all’amica, lettrice e provvisoria collega di sventura (trasloco) Linda De Feo.


  Tricotism (Pettiford), da «Tricotism», Fresh Sound. Lucky Thompson, sax tenore; Clifton «Skeeter» Best, chitarra; Oscar Pettiford, contrabbasso. Registrato il 24 gennaio 1956.


martedì 28 settembre 2010

Cherokee I, II (Max Roach)

  Questa canzone di Ray Noble diventò un classico del bebop (KoKo di Charlie Parker altro non è che Cherokee) per la particolare relazione tonale della sua parte A con il bridge. Qui te la presento in due versioni di Max Roach: la prima del famoso quintetto con Clifford Brown nel 1955; la seconda, con il quartetto del concerto milanese del 1978 di cui già ti ho fatto sentire. 
  Max ha mantenuto la intro un po’ kitsch, che rimanda alle musiche «dei pellerossa» dei western, e le linee generali dell’arrangiamento; Cecil Bridgewater, ovviamente, non può paragonarsi a Clifford Brown, ma era un bravo musicista e un trombettista immacolato, che ha dato poche notizie di sé dai primi anni Ottanta – o almeno non ne ho più avute io.

  Cherokee (Noble), da «A Study in Brown», EmArcy. Clifford Brown, tromba; Harold Land, sax tenore; Richie Powell, piano; George Morrow, contrabbasso; Max Roach, batteria. Registrato nel febbraio 1955.





  CherokeeCecil Bridgewater, tromba; Billy Harper, sax tenore; Calvin Hill, contrabbasso; Max Roach, batteria. Registrato dal vivo a Milano il 4 maggio 1978.





domenica 5 settembre 2010

[comunicazione di servizio]

Martedì 7 trasloco e da oggi fino a non so bene quando gli aggiornamenti del blog, dopo essere stati regolari per più di tre mesi, diventaranno per un po’ almeno incerti. Vi lascio con un pezzo da indovinare. Non vi dimenticate di me.


sabato 4 settembre 2010

Foolin’ Myself (Lee Konitz)

  Dopo aver studiato e suonato negli anni formativi con Lennie Tristano, che odiava la batteria e teneva i batteristi a redini cortissime, in pratica riducendoli a metronomi, mi pare naturale che Lee Konitz, potendo scegliere, per questo disco abbia voluto… Elvin Jones.

  Il trio di questo affascinante disco del 1961 si riuniva per la prima e ultima volta il giorno stesso dell’incisione. Ti invito a osservare come, dal minuto 4:00, sotto l’assolo di Sonny Dallas, Lee esegua la linea di basso con il sax.

  Foolin’ Myself (Tinturin-Lawrence), da «Motion», Verve 065-510-2. Lee Konitz, sax alto; Sonny Dallas, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 29 agosto 1961.


venerdì 3 settembre 2010

Lullaby Of Birdland (Mel Tormé)

  Mel Tormé canta la canzone di George Shearing con un bellissimo arrangiamento di Marty Paich. Grande saggio di canto jazz.

  Lullaby Of Birdland (Shearing-Edmonds), da «Mel Tormé and the Marty Paich Dek-tette», Fresh Sound FSRCD 2230. Mel Tormé accompagnato da Pete Candoli, Don Fagerquist, tromba; Vince DeRosa o John Cave, corno francese; Bob Enevoldsen, trombone a pistoni; Bud Shank, sax alto; Bob Cooper o Jack Montrose, sax tenore; Jack Dulong, sax baritono; Marty Paich, piano, arrangiamento; Al Pollan, tuba; Red Mitchell, contrabbasso; Mel Lewis, batteria. Registrato nel gennaio 1956.


giovedì 2 settembre 2010

Smokestack, Wailing Wail (Andrew Hill)

  Ispirato dal pezzo precedente, ho cercato e subito trovato un’altra formazione con due contrabbassi: questo quartetto di Andrew Hill del 1963, per il quale Hill ha scritto alcune delle sue composizioni più concentrate ed enigmatiche. Alla batteria, Roy Haynes, come sempre, ha teso le pelli allo spasimo, con il risultato di un suono acutissimo (si direbbe che suoni il tamburello, non una batteria) che in questo caso provvede un ottimo contrasto tonale al resto dell’ensemble, piuttosto scuro.

  Smokestack (Hill), da «Smokestack», Blue Note TOCJ 4160. Andrew Hill, piano; Richard Davis, Eddie Kahn, contrabbasso; Roy Haynes, batteria. Registrato il 13 dicembre 1963.




  Wailing Wail (Hill), ib.


Head Hunters (Chubby Jackson)

  Suona vagamente tristaniana nell’arrangiamento e nelle armonie la Head Hunters di questo strano quintetto con due contrabbassi a nome di Chubby Jackson, bassista del second herd di Woody Herman. Lo si deve probabilmente alla presenza di due tristaniani della prim’ora come Billy Bauer e Arnold Fishkin, autore della composizione.

  Head Hunters (Fishkin), da «Il contrabbasso nel jazz», MJCD 1089. Tony Aless, piano; Billy Bauer, chitarra; Chubby Jackson, Arnold Fishkin, contrabbasso; Shelly Manne, batteria. Registrato il 29 novembre 1945.


mercoledì 1 settembre 2010

Susie’s Blues (Serge Chaloff)

  Il meraviglioso baritono di Serge Chaloff in un blues che gli consente di dimostrare la sua padronanza del lessico bebop, con un’agilità stupefacente e, in un paio dei break in stop chorus (a cominciare da 3:33) un’audacia armonica che richiama Coltrane.

  Susie’s Blues (Chaloff), da «Blue Serge», Capitol. Serge Chaloff, sax baritono; Sonny Clark, piano; Leroy Vinnegar, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 14 marzo 1956.


Sometimes a Half-Life Is Just Not Enough - School Work (Ethan Iverson)

  Ethan Iverson ha esordito discograficamente nel 1993, ventenne, con questo disco che già mostra una personalità definita e un penchant intellettuale, non solo nello stile pianistico ma anche nelle sue composizioni (e nei loro titoli) e nella scelta del repertorio, con pezzi di Ellington, Parker, Nichols e Coleman. Bel colpo, poi,  l’aver scritturato Dewey Redman

  Qui ti propongo un suo pezzo in trio e School Work di Ornette Coleman, che dà il titolo al disco.

  Sometimes a Half-Life Is Just Not Enough (Iverson), da «School Work», Mons Records CD 875-877. Ethan Iverson, piano; Johannes Weidenmueller, contrabbasso; Falk Willis, batteria. Registrato il 10 aprile 1993.




  School Work (Coleman), ib. più Dewey Redman, sax tenore.