venerdì 8 ottobre 2021

I Can’t Help Lovin’ Dat Man (Ella Fitzgerald)

 I songbook di Ella Fitzgerald (ne dedicò anche a Gershwin, Porter, Rodgers & Hart, Berlin, Ellington) sono indispensabili non solo per la perfezione musicale e la proprietà delle esecuzioni, ma anche perché le canzoni vi sono eseguite in forma completa: comprendono cioè, oltre al chorus, il ritornello sulla cui sequenza armonica i jazzisti sono soliti improvvisare, anche il verse o strofa, o sia quella parte «narrativa» della canzone che colloca la canzone stessa all’interno della situazione drammatica da cui è tolta. Non dimentichiamo che gli standard del jazz vengono per la più gran parte dalle commedie musicali, nelle quali svolgono la funzione dei pezzi chiusi nell’opera sette- e ottocentesca, con il verse come recitativo che introduce l’Aria.

 Ai songbook che Norman Granz produsse per Ella diedero contributi essenziali i direttori musicali, qui Nelson Riddle e altrove Buddy Bregman, con arrangiamenti raffinati che contemperano l’orchestra di fossa di Broadway con la big band jazzistica. 

 I Can’t Help Lovin’ Dat Man (Kern-Hammerstein II), da «Ella Fitzgerald Sings the Jerome Kern Songbook», Verve. Ella Fitzgerald con orchestra arrangiata e diretta da Nelson Riddle. Registrato nel 1963.

2 commenti:

Alberto Forino ha detto...

ai tempi del conservatorio le esecuzioni di Ella venivano prese come fonte di autorità assoluta per dirimere le controversie filologiche sulle melodie delle canzoni.

p.s. bentornato Marco e bentornato blog, un passo dopo l'altro...

Marco Bertoli ha detto...

Grazie! Ciao, Alberto.