Reload dal 23 novembre 2010. Mi piace notare che, in quasi dieci anni, la mia opinione della musica di Carla Bley è cambiata in meglio, chissà poi perché, visto che non mi ci sono particolarmente dedicato.
Carla Bley ha composto molte melodie memorabili, interpretate memorabilmente soprattutto dall’un tempo suo marito Paul Bley, come And Now, the Queen, Ojos de Gato, Ida Lupino, ma nessuno dei dischi suoi che ho sentito mi ha mai entusiasmato (divertito, a volte sì): o inclinano a musiche e a estetiche per cui non provo interesse («Escalator Over the Hill») o ci sento un po’ troppo la formula, come in questo «Dinner Music» del 1976.
Dal quale ti faccio sentire la versione che Carla offre di un’altra sua composizione, Sing Me Softly of the Blues, famosa soprattutto in un'interpretazione (diversissima) di Art Farmer.
Sing Me Softly of the Blues (C. Bley), da «Dinner Music», Watt/6. Michael Mantler, tromba; Roswell Rudd, trombone; Bob Stewart, tuba; Carlos Ward, sax alto e tenore; Richard Tee, piano; Carla Bley, organo; Eric Gale, Cornell Dupree, chitarra; Gordon Edwards, basso; Steve Gadd, batteria. Registrato dal luglio al settembre 1976.
2 commenti:
Ho il vinile di questo disco, che ho ascoltato molto e che mi ha sempre un po' lasciato insoddisfatto. Come Come molto ho ascoltato Escalator, di cui possiedo ancora il cofanettone con i tre dischi e libretto. Disco da ascoltare saltabeccando qua e là, quindi pericolosamente per i solchi. Tornando al pezzo di oggi, devo dire che il tentativo che stava facendo allora Carla era chiaramente indirizzato a un jazz meticcio, che guardava il pop e il rock ma che lo faceva con una punta di spirito, quasi per giustificarsi e per buttarla un po' sul gioco.
Resta il fatto che questo, come tanti altri suoi, è un grande tema che sopporta molte intrerpretazioni
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