Dov’è Johnny? Non lo so, Lol Coxhill qualcosa congettura: si è perso nel bosco incantato, no, scherzo, sta guardando la tv.
Coxhill non ti sarà ignoto e qui sopra se n’è già parlato, v. la «nuvola» a destra. Il pianista ed elettricista Pat Thomas (1960), omonimo di un musicista ghanese di high life, per me me è nuovo. L’improvvisazione radicale, ammesso che di questo si tratti qui, mi persuade poco perché mi appare per lo più una pratica terapeutica, e sono a volte musicisti eccellenti a praticarla (a volte, invece, no). Direi che funzioni meglio quanto meno sia radicale e quanto più i suoi praticanti si conoscano e sappiano che cosa aspettarsi l’uno dall’altro. Ora, in questo disco Thomas e Coxhill adoperano come «boe» dei materiali riconoscibili, lessicalizzati, quindi forse non si può davvero parlare di improvvisazione radicale: chi può e vuole mi corregga.
Questo set dal vivo del 1994 mi ha interessato anche nell’uso dei campionamenti, non dico di più. I due hanno un’ampia esperienza anche jazzistica che si sente benissimo, soprattutto quando Thomas, intorno ai dieci minuti, ingrana un inaspettato ma convincente walking bass (leggo che aveva cominciato da ammiratore di Oscar Peterson) e poi, dopo aver lasciato Coxhill da solo a starnazzare, un blues’n’boogie fino alla fine.
Where Is Johnny? (Coxhill-Thomas), da «One Night in Glasgow», Scatter. Lol Coxhill, sax soprano; Pat Thomas, piano, electronics, campionamenti. Registrato il 2 luglio 1994.
3 commenti:
Credo che per giudicare certi dischi sia necessario guardare la data d'incisione.Qui siamo dai 20 ai 30 anni di ritardo e quindi mi pongo la domanda "Che senso ha?". Non è più un atto provocatorio, non è più un tentativo di cercare nuove strade. Sembra una rimpatriata di vecchi rivoluzionari che rievocano i bei tempi passati.
Intanto il mondo è cambiato e magari servirebbe di più gente che cercasse una strada che sappia rileggere il passato con sguardo nuovo e freschezza di idee, invece di riproposizioni di clichè che hanno fatto il loro tempo.
Quanto a Johnny penso che se la sia svignata dal concerto sopo il primo brano.
Sull'opportunità di usare ancora (perché lo si usa ancora) il termine "avanguardia" per musica ormai ampiamente storicizzata.
Sentirete domani! :-D
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