Quando la mia coscienza rimostra e punge perché renda noto quanto poco io veramente capisca di jazz malgrado i fumi che diffondo sull’internet e altrove, allora io spiego che, a me, Dexter Gordon mi annoia.
Ora, o che ogni gusto e disgusto poggi in buona sostanza sul nulla, o che i gusti, come i disgusti, si trasformino col tempo, io qualche disco di Gordon che mi piaccia alla fine l’ho trovato. Questo è del 1972 e mi piace molto, per come vi suona lui – più conciso, meno tardigrado, meno indulgente alle citazioni – ma soprattutto per la sezione ritmica di grande qualità, nella quale mi dispiace solo il suono stupido, gommoso, che nella registrazione ha assunto il contrabbasso di Buster Williams e che del resto è tipico di tanti dischi incisi in quegli anni in America.
Cedar Walton è stato un grande pianista che fino a oggi Jazz nel pomeriggio ha considerato poco, anzi quasi per nulla, e uno dei pianisti accompagnatori più invadenti, pardon: interattivi che mai si siano sentiti. Qualcuno non gradirà, ma è quello che ci voleva, a me pare, perché long tall Dexter, quel lungagnone di Dexter, incalzato, restasse vigile.
Milestones (Davis), da «Generation», [Prestige] OJCCD 836-2. Freddie Hubbard, flicorno; Dexter Gordon, sax tenore; Cedar Walton, piano; Buster Williams, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato il 22 luglio 1972.
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We See (Monk), id.
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