Dwike Mitchell, del duo Mitchell-Ruff, è morto l’aprile scorso a ottantatré anni. Lo ricordo fuori tempo, per i pochi lettori miei di fine estate e per i meno ancora che si ricordano chi sia stato (qui si è sentito un paio di volte).
Era un grande romantico, il vecchio Ivory – suo vero nome – , ed era un pianista molto bravo, una specie di impressionista via Oscar Peterson. Uno dei tanti che ha dato al jazz più di quanto abbia ricevuto, e che ha portato via con sé una qualche cosa, fosse grande o piccola, che non riavremo più: forse solo l’inclinazione e la capacità di suonare senza ironia, senza cinismo, una dolce melodia.
Sem Mais Chorar (Candinho-Lula Freire), da «A viagem», Forma 102VDL. Dwike Mitchell, piano. Registrato nel 1966.
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2 commenti:
Su Wikipedia, dove troviamo anche cani e porci (dico Wikipedia anche inglese, non solo italiana), non c'è una voce dedicata a Dwike Mitchell. Incredibile. Comunque questo brano è una delizia. Tutto il disco è una delizia (correggo una piccola imprecisione nel titolo, che è "A viagem", come peraltro risulta dai precedenti post). E la capacità che tu giustamente gli riconosci non è merito da poco.
Grazie
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