Benny Carter, uno dei grandi del jazz al quale mi propongo di dedicare un giorno o l’altro lo spazio che merita su Jnp, aveva uno stile senza tempo su tutti i suoi strumenti e in particolare sul sax alto (anche se io lo ho specialmente a cuore come trombettista). In questa seduta del 1946 l’unico altro nome quasi certo oltre al suo è quello di Sonny White, un seguace di Teddy Wilson, all’epoca pianista della big band di Carter.
Si tratta di esecuzioni non beboppeggianti, come l’anno di registrazione farebbe immaginare, ma spontaneamente moderne, di uno swing ben consapevole dell’avvento ormai vittorioso del bebop (senti soprattutto l’accompagnamento del piano in Lady Be Good). Benny entra in Lady Be Good con una parafrasi della melodia, quindi costruisce l’assolo accumulando ed elaborando alcuni brevi moduli melodico-ritmici, con effetto di grande swing.
Moonglow (Hudson-De Lange-Mills), da «Benny Carter - The Music Master», Properbox 68. Benny Carter, sax alto; prob. Sonny White, piano; contrabbasso e batteria sconosciuti. Registrato il 22 aprile 1946.
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Lady Be Good (Gershwin-Gershwin), id.
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2 commenti:
Davvero Benny Carter ha attraversato da protagonista (talvolta anche occulto) tutto il secolo del jazz, dagli anni Venti fino praticamente al Duemila, ed è sempre una gioia ascoltarlo.
Naturalmente sono d'accordo. Potrebbe essere il soggetto della tua auspicata rentrée come guest poster, non credi?
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