Tutte le volte che sento o risento un disco di Dizzy Reece io trasecolo a tanta genialità, non solo nell’improvvisare ma nel comporre, accoppiata a un‘estroversione che mai per un attimo ha qualcosa di ostentato, di volgare. Di sicuro hard bop è un’etichetta che a questa musica non va di misura, ancora meno quella di «jazz inglese».
Blues in Trinity è un tema di blues già di per sé incantevole, con una codetta a sorpresa. Ma poi senti che cosa organizza Dizzy R: il tempo di base è quello dell’head come eseguito dai fiati; contrabbasso e piano vanno a tempo doppio (del piano, per la verità, è difficile dire); la batteria va a tempo triplo. I solisti possono scegliere il tempo che vogliono, e di questa libertà approfittano, soprattutto Tubby Hayes. Orecchio infine a quello che fa Dizzy R quando rientra, subito dopo l’assolo di piano.
Color Blind è un’altra composizione di Reece, 32 battute nella forma AA’, con un altro assolo fantasmagorico di Hayes. Bonus track, Midnight, in cui Hayes è solo con la ritmica.
Questa seduta londinese del 1958 (in cui l’unico statunitense è Taylor, tranne che per due pezzi a cui partecipa Donald Byrd; il bassista Thompson è canadese) fu la prima di Reece per la Blue Note.
Blues in Trinity (Reece), da «Blues In Trinity», Blue Note 7243 8 32093 2 3. Dizzy Reece, tromba: Tubby Hayes, sax tenore: Terry Shannon, piano; Lloyd Thompson, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 24 agosto 1958.
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Color Blind (Reece), id.
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’Round About Midnight (Monk), id. ma senza Reece.
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2 commenti:
"ancora meno quella di «jazz inglese»"
però l'etichetta "bonone" vedo che l'hai lasciata, bravo...
Sono un tradizionalista.
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