Polka Dots And Moonbeams è uno dei più zuccherosi standard; il testo, in particolare, fa proprio allegare i denti. Ciò non ha impedito che tantissimi grandi jazzisti vi si cimentassero; nessuno ne ha scalfitto quella glassa coriacea – ci sarebbe voluto Monk, forse, o Earl Hines nei suoi tardi anni, quando non aveva più paura di niente. Tuttavia, accettata la canzone per quello che è, in molti ne hanno dato esecuzioni piacevoli, a cominciare da Frank Sinatra, che credo sia stato il primo a cantarla, quando ancora era con l’orchestra di Tommy Dorsey.
È il caso anche di questa compagnia mista californiano-europea, a nome del più quintessenziale dei West coaster, Bud Shank, che con Bob Cooper era in tournée in Europa, appunto, nel 1957. Sopra gli arpeggioni di Attila Zoller, Shank ci dà dentro di flauto, ricordandoci che egli fu, finché lo suonò, uno dei flautisti più forti e swinganti del jazz.
Polka Dots And Moonbeams (Burke-Van Heusen), da «European Tour 1957», Lone Hill Jazz LHJ10246. Bud Shank, flauto; Attila Zoller, chitarra; Gary Peacock, contrabbasso; Karl Sanner, batteria. Registrato nell’aprile 1957.
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