Con il ritorno di un classico e caro ospite di «Jazz nel pomeriggio», sento di poter dire che la programmazione è tornata regolare. Se non succede niente…
Come conciliare l’amore per il jazz con quello per la grande canzone francese che mi accompagna da quando ero ragazzino? C’è Nina Simone - ma di lei s’è già detto, qui, più di una volta, a proposito della stupefacente versione di Ne me quitte pas, il capolavoro di Brel.
Ci sarebbe poi Dee Dee Bridgewater (penso in particolare al disco del 2005 «J’ai deux amours») che però è sempre pericolosamente in bilico sulla linea che separa la bravura, quando è eccessiva, dal cattivo gusto.
Ci saranno poi anche altre voci, chissà quante! Ma in questo momento me ne viene in mente una sola: quella di Abbey Lincoln che canta Avec le temps di Léo Ferré. Una voce che potrà pure sembrarti non ineccepibile (si può dire lo stesso della Simone, del resto, o della suprema Billie Holiday) ma capace di comunicarti sempre un’emozione profonda, di farti partecipe della sua passione (delle sue passioni).
Avec le temps (Ferré) da «A Turtle’s Dream», Verve 527382-2. Abbey Lincoln con Pat Metheny, chitarra; Rodney Kendrick, piano; Charlie Haden, contrabbasso; Victor Lewis, batteria. Registrato a New York City nel 1994.
3 commenti:
Non conoscevo la tua passione per la canzone francese. E non conoscevo (strana, questa) la performance di Metheny per la Lincoln.
Pezzo curioso, comunque.
Un abbraccio, Marco.
A me la canzone francese piace, ma la passione in questo caso è quella di Paolo il Lancianese, guest poster.
A proposito, tu non mi mandi mai un guest post?
Abbracci
Ah, pensavo che il guest post funzionasse semplicemente come una richiesta esterna, ma che le parole fossero le tue. Capito male.
Un gest post mio? Perché no. Mi sembra divertente. Non ci sono "regole", giusto?
P.S.: Intanto sappi che entro domani ti invierò una mail per una piccola "consulenza" musicale.
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