Non leggerai mai su Jazz nel pomeriggio che il tale o il talaltro sono «il mio pianista (saxofonista, batterista…) preferito» o che è il mio preferito un tale disco: a meno che non esprima una mera risonanza sentimentale, mi pare che chi, in ambiti vasti come quelli artistici, esprima preferenze così nette ed esclusive lo faccia o per superficialità o per inopia di riferimenti, i.e.: ho un film, un romanzo «preferito» perché… ho letto pochi romanzi, e ho visto pochi film.
Ecco, quando sento Vic Dickenson io non riesco a trattenermi dal pensare, quindi dal dire, che è il mio trombonista preferito e che, perbacco!, è così che il trombone andrebbe suonato. Del suo stile ho già scritto qui sopra e non trovo di meglio da dire, pertanto mi ricopio da un post di qualche anno fa: «Mi piace tanto Vic Dickenson perché suona il trombone come andrebbe suonato ma soprattutto perché suona come parla. Mi spiego: io naturalmente non so come parlasse Vic Dickenson, non l’ho mai sentito, ma i suoi assoli hanno l’articolazione, il passo, il pathos, le pause, l’umorismo, anche gli occasionali difetti o eccentricità di pronuncia di un eccellente e affabile conversatore, di quelli che sanno parlare di tutto con tutti e hanno sempre cose interessanti da dire, mai invadenti, mai ossessi di sé».
Qui, colto a Nizza nel 1975, Vic aveva settant’anni portati come li può portare chi della vita e del jazz ha capito quello che c’era da capire. In Just Too Late canta anche! Apprezza l’accompagnamento orchestrale e interattivo, perfino troppo, di uno dei grandi pianisti del jazz classico, Johnny Guarnieri, del quale un giorno o l’altro ti parlerò più distesamente e che in questo disco combatte vittorioso contro il classico pianoforte-catenaccio.
Too Marvelous For Words (Whiting-Mercer), da «Gentleman Of The Trombone», Mahogany 558105. Vic Dickenson, trombone; Johnny Guarnieri, piano; Bill Pemberton, contrabbasso; Oliver Jackson, batteria. Registrato il 25 luglio 1975.
Just Too Late (Dickenson), id.
Bye Bye Blackbird (Henderson-Dixon), id.
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2 commenti:
Un signor trombonista. Impeccabile, elegante ma non ingessato. E semza i giochi plateali che amavano fare i trombettisti delle vecchie generazioni.
Aveva uno stile senza tempo.
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