Reload dal 28 maggio 2011
Stimolato a pubblicare qualcosa di sciocco e disimpegnato, ho trovato questo strano period piece di Phil Woods con orchestra più archi, dove Phil esegue questa canzone mielosa ma non spiacevole (anzi, non spiacevole ma mielosa) il cui titolo è sicuramente abbastanza sciocco, o forse non l’ho capito io.
Più anni Sessanta di così si muore, e dovresti vedere la copertina.
Love Song for a Dead Che (Joseph Byrd), da «Round Trip», Verve 559804-2. Phil Woods, sax alto e arrangiamenti, con orchestra comprendente Thad Jones, tromba; Jimmy Cleveland, trombone; Jerry Dodgion e Jerome Richardson, sax e flauto; Herbie Hancock o Sir Roland Hanna, piano; Richard Davis, contrabbasso; Grady Tate, batteria, e archi. Registrato nel 1969.
Mi ricorda come atmosfera e approccio il disco di Chet Baker "Quetly there" degli stessi anni. Ricordo che erano anni di grossa scrisi del jazz ed ogni musicista se la sfangava come poteva.
RispondiEliminaE anche tu te la sfanghi ripubblicando, giustamete direi. Ma vedo della pigrizia...
-- Ma vedo della pigrizia... --
RispondiEliminanon vedo però il tuo bonifico per l’abbonamento a “Jazz nel pomeriggio“ ;-)
L'autore della canzone «non spiacevole ma mielosa» era un tizio interessante. Qui c'è una sua intervista del 2004:
RispondiEliminahttp://www.cloudsandclocks.net/interviews/Byrd_interview.html