D. D. Jackson, canadese del 1967, è uno dei pianisti più interessanti espressi dal jazz negli ultimi vent’anni. Uno studente di Don Pullen, e si sente nel primo pezzo qui sotto, si è fatto dapprima notare nei complessi di David Murray.
L’irrequietezza che gli viene da un talento poliedrico, applicato oggi prevalentemente ai diversi ambiti della composizione e all’insegnamento nonché al repertorio classico del pianoforte, l’ha un po’ sottratto al radar jazzistico. Senti qui, nel disco d’esordio a proprio nome, di che cosa è capace.
Tunnel Vision (Jackson), da «Peace Song», Justin Time JIT 72. D. D. Jackson, piano; John Geggie, contrabbasso; Jean Martin, batteria. Registrato il 25 o il 26 novembre 1994.
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Seasons (Jackson), id. più David Murray, sax tenore.
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ricordo che teneva anche una bella rubrica su "downbeat", ricca di riflessioni, aneddoti, spesso anche molto divertenti.
RispondiEliminaSì, telentuoso e ingegnoso. Peccato per noi che non si sia dedicato al jazz con più costanza.
RispondiEliminaLo vidi qualche anno fa nel gruppo di Amiri Baraka qua a Brescia. Mi impressionò molto. Recentemente l'ho sentito su altre cose come una sua versione delle Goldberg e un suo piano solo su un brano di Monk e mi ha lasciato un po' perplesso....
RispondiElimina... ad ogni modo un talento notevole. Bellissimo Seasons!
aL