tag:blogger.com,1999:blog-1033351451788343173.post8102197692635233953..comments2024-01-21T09:48:49.974+01:00Comments on Jazz nel pomeriggio: Misterioso – Duke Ellington’s Sound Of Love (Paul Motian)Marco Bertolihttp://www.blogger.com/profile/09574362451161022405noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1033351451788343173.post-83855568312041444182016-04-18T18:43:02.579+02:002016-04-18T18:43:02.579+02:00Certo che sarebbe stato bello sentirlo un trio del...Certo che sarebbe stato bello sentirlo un trio del genere!Alberto Forinohttps://www.blogger.com/profile/15969627741434872209noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1033351451788343173.post-53203688064382323372016-04-18T12:14:52.088+02:002016-04-18T12:14:52.088+02:00"Ho imparato di più sul ritmo quando ho suona..."Ho imparato di più sul ritmo quando ho suonato con Monk [...] una grande esperienza. Con Monk il ritmo è proprio lì, sempre", disse LaFaro. E Motian: Monk "mi aiutò a sentire meglio il tempo, il modo in cui lo sentivo, ad accordare il mio tempo alla mia pulsazione. Mi aiutò a sviluppare il mio modo di battere il tempo, a cercare di pensare a tutte le note, tutte le note che suono sul piatto, e alla qualità delle note". Non le ricordo a te, ovviamente, queste parole citate da Kelley. Il quale aggiunge che "A Monk piaceva il modo in cui LaFaro sapeva spezzare il tempo e reinventare le armonie, senza mai perdere il senso dello swing". E', secondo me, quello che dovrebbe saper fare chiunque suoni Monk.Paolo il Lancianesenoreply@blogger.com