martedì 25 settembre 2018

Some Blues But Not The Kind That’s Blue – My Favorite Things (Sun Ra)

 Sun Ra, colto qui nel 1977, apparteneva all’avanguardia del jazz? A parte che dubito forte che lui si sia mai posto il problema, se anche restiamo nel campo puramente musicale, come probabilmente non è giusto fare con un artista dal paratesto così impegnativo e appariscente, dagli anni Cinquanta fino alla fine non riconosco in lui i caratteri delle avanguardie che sono ben riconoscibili in quasi tutti gli altri progressivi jazzistici degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. 

 La libertà armonica, la selvaggia eterodossia sonora e formale mancano dell’aspetto metodico e dimostrativo di tutta l’arte d’avanguardia, e vi manca anche l’aspetto riluttantemente servile che l’avanguardia ha di necessità verso la tradizione: Sun Ra non aveva bisogno di oltraggiare la tradizione, tantomeno di omaggiarla, perché (credo io) se ne sentiva parte e sapeva, o sentiva, che ne avrebbe fatto parte qualsiasi strada avesse mai deciso d’imboccare.

 (Dubbio corollario: parlare di avanguardia a proposito del jazz sarà appropriato o è solo comodo?).

 Sarà per questo che, della molesta My Favorite Things, Sun Ra era l’unico in grado di dare versioni interessanti senza nulla dovere all’inevitabile stravolgimento coltraniano: qui, come tante altre volte, con il sostanziale contributo di John Gilmore.

 Some Blues But Not The Kind That’s Blue (Sun Ra), da «Some Blues But Not The Kind That's Blue», Saturn 1014077. Akh Tal Ebah, tromba e flicorno; Marshall Allen, sax alto; John Gilmore, sax tenore; Danny Davis, flauto; James Jacson, fagotto; Eloe Omoe, clarinetto basso; Sun Ra, piano; Richard Williams, contrabbasso; Luqman Ali, batteria; Atakatune, conga. Registrato nel 1977.

 My Favorite Things (Rodgers-Hammerstein III), id.

1 commento:

loopdimare ha detto...

Essendo un extraterrestre ignorava il concetto (e sopratutto il sopraciglio alzato) dell'avanguardia.