martedì 21 febbraio 2012

Guest post #12: Claudio Bonomi & Graham Collier

  Graham Collier, istituzione del jazz inglese, è già comparso qui tempo fa, mentre esordisce come guest poster su JnP Claudio Bonomi, che del jazz inglese in generale, ma dell’attività multiforme di Collier in particolare, si può ben definire un’autorità (credo addirittura che del compositore inglese sia stato amico).

  Collier, che è morto il settembre scorso, avrebbe compiuto oggi 75 anni. Mi pare che il pezzo scelto da Claudio, enormemente suggestivo, lo ricordi nel modo migliore.

  Composizione o scomposizione. Questo è stato da sempre il dilemma musicale di Graham Collier, compositore britannico scomparso lo scorso settembre e che oggi avrebbe compiuto 75 anni. Quasi mezzo secolo passato alla ricerca di un, forse impossibile, compromesso tra struttura e improvvisazione. Un processo vissuto con passione e non poca inquietudine soprattutto negli ultimi anni e che traspariva nelle pieghe dei sui lavori più recenti come il doppio «directing 14 Jackson Pollocks» del 2009, lavori molto concettuali e complessi. Quasi che quell’esplorazione nella terra di nessuno, dove la scrittura finisce per tramutarsi in altro, fosse diventata un percorso progressivamente sempre più in salita e accidentato.

  E, allora, torniamo indietro nel tempo. Quando Collier suonava ancora il contrabbasso nel suo sestetto, denominato Graham Collier Music, e a una composizione tratta da un album registrato nel 1975, «Midnight Blue», ispirato ai quadri del pittore americano Barnett Newman. Un astrattista. Collier amava l’astrattismo. E forse si sentiva un po’ come un pittore di quadri astratti in grado di dominare il caos e alla costante ricerca del«terzo colore», di una linea immaginaria di comunicazione tra forme e cromatismi. Ebbene, in Adam, la combinazione tra ciò che è scritto e ciò che invece è inventato al momento è perfetta. Talmente perfetta che i due piani si confondono e, di fatto, si annullano. Il brano, diviso in tre movimenti, è una sintesi dello stile di Collier, dall’uso della cadenza alla concatenazione alternata di assoli, e ha uno sviluppo inaspettatamente lirico. Il duetto finale tra la tromba di Harry Beckett e la chitarra elettrica di Ed Speight è uno dei momenti più toccanti e di tutto il repertorio di Collier.

  Adam è incluso nell'antologia «Relook», che esce oggi per jazzcontinuum, compilata dallo stesso compositore appena prima della sua scomparsa. Si tratta di un doppio cd con 20 brani che spaziano in un periodo che abbraccia quasi 50 anni di carriera: dal 1963, con una versione inedita di The Barley Mow registrata a Berklee insieme a Gary Burton, al 2004 con un estratto dall’opera The Vonetta Factor (tutte le informazioni su www.grahamcolliermusic.com).

  Adam (Graham Collier), da «Midnight Blue» [Mosaic 1975] BGO 2009. Harry Beckett, flicorno, tromba; Derek Wadsworth, trombone; Roger Dean, piano; Ed Speight, chitarra elettrica; Graham Collier, contrabbasso; John Webb, batteria. Registrato il 17 febbraio 1975.



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